LA STORIA

La chiesa di S. Lucia al colle è raggiungibile sia dal centro del paese, attraverso una strada semi sterrata (percorribile anche in macchina), sia da Budoia, attraverso via Cjalata, per mezzo di un sentiero ben tracciato nel bosco tra alberi di diverse specie. Tra essi dominano le betulle, dalle quali, secondo l’etimologia più accreditata, ha preso il nome Budoia: beduja infatti significa betulla.Il primo impianto della chiesetta risale al XIII secolo; il culto dedicato alla Vergine Lucia si sviluppa con l’arrivo a Venezia delle reliquie della Santa. La chiesa, che rappresenta un semplice esempio di arte romanica, verosimilmente è sorta dove c’era un preesistente sacello, probabilmente costituito da un vano rettangolare o quadrato con feritoie. L’affresco, raffigurante la Vergine, è venuto recentemente alla luce durante i lavori di restauro nel 1987. Esso raffigura la Santa mentre viene condotta al lupanare: secondo la tradizione la giovane divenne miracolosamente così pesante che né decine di uomini, né la forza dei buoi riuscirono a spostarla. Esso è attribuito a Gianfrancesco da Tolmezzo, uno dei massimi esponenti dell’arte pittorica friulana del Quattrocento. La permanenza dell’artista, che ha dipinto in zona tra il 1482 e il 1510 ed ha operato anche nelle vicine chiese di San Gregorio e di Santa Giuliana a Castel d’Aviano, ci permette di datare elementi già presenti. La differenza di pavimentazione testimonia un ampiamento successivo dell’edificio, che è stato arricchito con la costruzione del coro e delle cappelle laterali. Nel 1638 fu aggiunta, al lato del coro, anche la sacrestia. La data è certa perché ricorre, proprio da quest’anno, nel primo fascicolo dell’archivio. Dalla lettura di quest’ultimo si ricava con certezza che l’altare maggiore in pietra viva e marmi policromi, è opera del tagliapietra Antonelli ed è stato realizzato nel 1724; tra il 1743 e il 1748, invece, è stato costruito il campanile. A differenza di molte altri edifici di culto, la chiesa di Santa Lucia in colle è rimasta essenzialmente povera e il Settecento, che l’ha arricchita dell’altare, delle acquasantiere e del fregio sopra il portale, ha aggiunto solo una delicata bellezza. Le nude pietre bianche e le rudi travi le conferiscono una grazia sobria e calibrata. Varcata la porta d’ingresso, sulla sinistra, si può ammirare una tela raffigurante i santi Marco, Floriano e Sebastiano, attribuita a Michelangelo Grigoletti. Sulla destra, invece, trova collocazione una Madonna in trono, della quale, la provenienza è sconosciuta. La statua lignea, che rappresenta S.Lucia, è opera di Antonio Mussner di Ortisei.

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