LA STORIA

La chiesa di San Giovanni Battista riveste una particolare importanza dal punto di vista storico e artistico e può essere una interessante meta per i turisti che non la conoscono.
La prima testimonianza documentata dell’antica tradizione cristiana di Polcenigo si trova una bolla di papa Urbano III (1186), che menziona la Pieve di Polcenigo, soggetta al vescovo di Concordia Gionata. La sede era verosimilmente presso l’odierna chiesa di San Floriano, intitolata probabilmente in origine a San Giovanni Battista e con giurisdizione ecclesiastica sul territorio soggetto ai conti di Polcenigo, corrispondente agli attuali comuni di Budoia e Polcenigo.
In seguito, per facilitare l’afflusso dei fedeli, la sede fu trasferita più vicina ai borghi abitati, costruendo una nuova chiesa, adiacente alla strada che un tempo da Polcenigo portava a Pordenone. La Pieve fu smembrata in due parti: la prima faceva capo alla chiesa di San Giovanni Battista e comprendeva l’odierno comune di Polcenigo, la seconda faceva capo alla chiesa di Santa Maria Maggiore di Dardago e comprendeva il territorio dell’odierno comune di Budoia. Nel 1371 la chiesa di San Giovanni è nominata come parrocchiale di tutto il territorio dell’odierno comune di Polcenigo, titolo che andrà col tempo a perdere dopo la costruzione della prima chiesa pubblica nel borgo dedicata ad Ognissanti, su iniziativa del pievano Endrico, originario proprio di Polcenigo e con la concessione del vescovo di Concordia, Guidone.
Ciò nonostante la chiesa di San Giovanni mantenne ugualmente tutte le caratteristiche parrocchiali: aveva il fonte battesimale, il cimitero intorno ad essa e vi si conservava il Santissimo Sacramento. Fu sempre curata e abbellita e nella seconda metà del Cinquecento fu eretto il campanile, fu allungata la navata, venne dotata di un presbiterio più ampio e della sacrestia.
Dell’edificio cinquecentesco oggi non rimane più nessuna traccia visibile all’infuori delle balaustre (ora presso il cinquecentesco battistero), del fonte battesimale, della pala dei Santi Giovanni Battista e Floriano e del paliotto, che fa bella mostra di sé sul presbiterio. L’edificio odierno è formato dalla navata principale, edificata nella seconda metà del Settecento dal capomastro Giacomo Cardazzo di Budoia e completata internamente dall’architetto Domenico Bellini di Aviano, dal coro e dal transetto dei primi del Novecento, opera dell’architetto Domenico Rupolo di Caneva.
La solennità della Dedicazione della Chiesa, che si celebra ogni anno a San Giovanni la quarta domenica di ottobre, ricorda l’ultima consacrazione di questa chiesa avventa nel 1931, con un rito pontificale (resosi necessario a seguito degli importanti lavori di ampliamento eseguiti), presieduto dal vescovo di Concordia Luigi Paulini.
A ricordo di questo avvenimento ,sopra la porta della sacrestia, è stata posta una lapide a tutt’oggi esistente.
L’atto principale della “Dedicazione” è la celebrazione della Messa ed è in questa occasione che la chiesa riceve il titolo, con l’inserzione delle dodici croci (simbolo degli Apostoli), con l’inaugurazione del fonte battesimale, dell’ambone (mensa della parola), del tabernacolo e con l’unzione con il sacro crisma delle pareti e dell’altare (mensa eucaristica).
Nel 1963 su interessamento di mons. Pio Della Valentina è stata eretta, in stile moderno, una nuova facciata in travertino, opera dell’Architetto Giuseppe Infanti da San Vito al Tagliamento.

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